Domenica i maschi della famiglia Iaccarino – intesi come i due figli e il sottoscritto – decidono di provare finalmente Cantina Nicola, ristorante annesso al produttore della famiglia Nicola (in sala c’è Riccardo) di cui sento dire ogni bene. Così alle 12.30 in punto (i ragazzi hanno fame presto) eccoci in questa bella casa tutta fiori, vista e vigne, in mezzo ai boschi dell’astigiano. Fuori l’aria è da campagna, dentro la sala è invece di quell’essenzialità sofisticata molto in auge.
Si può scegliere tra tre menu degustazione, io opto per quello di ricerca, intitolato ad Alessia, dove Alessia è la chef (di cognome Rolla), che conduce la cucina con una minuscola brigata tutta al femminile (sono tre giovani donne, compresa l’aiuto). E bene faccio a fidarmi della cuoca: mi arrivano otto portate squisite, ispirate, fresche, golose ma sempre eleganti. Gli asparagi col miso di lenticchie e le straordinarie lumache, la tartare di salmerino con la rosa canina e i berlingot (i ravioli a tetraedro) con cedrina, erba di San Pietro e maresina.
Per una volta – capita davvero di rado – erbe e fiori sono essenziali, non decorativi, e Rolla dimostra padronanza della tecnica ma soprattutto un grande palato. Insomma, sto benissimo. E così fanno i due ragazzi, che provano il menu tradizione (la terza opzione è quella vegetariana), a colpi di ravioli di coniglio, albese marinata, fondente di vitello… L’unico vero difetto del pranzo è che devo limitarmi con i buoni vini della cantina (sia quelli della maison che le circa 400 etichette) perché mi tocca guidare: non vedo l’ora che i miei figli abbiano la patente per lasciare a loro l’incombenza
del rientro.
Luca laccarino