Al limitare del Monferrato, terra di gastronomia senza fronzoli, Alessia Rolla ha il talento di mettere in riga gli ingredienti, di governare i sapori. Le sue ricette, soprattutto quelle del menu che porta il suo nome, sono complicate ed elaborate, costringono alla coabitazione molti ingredienti, spesso apparentemente inconferenti (il Cavolfiore con il mascarpone, il miso bianco e il tarassaco; la Lumaca con la senape e liquirizia, i Berlingot di ricotta con il finocchietto marino) ma poi, all’assaggio, si dimostrano armonie delicate, leggerezze seducenti.
Non è indifferente al risultato la familiarità della cuoca con le erbe del suo giardino e dei boschi limitrofi, la capacità rara di utilizzarle, su di un canovaccio alla piemontese, fatto di creste di gallo e di brodo di bollito, come opportune sventagliate di freschezza che accadono al momento giusto, il balsamico all’ora del balsamico, l’amaro all’ora dell’amaro. Attorno ai piatti di Alessia, un servizio cortese e una carta dei vini interessante che comprende, con moderazione, anche i vini della casa.